Il 9 febbraio a Milano, all’interno dell’Hangar Bicocca nella giornata “le Idee di Expo”, è stato siglato l’accordo tra BolognaFiere e Expo 2015 per la costruzione di BiodiversityPark, così recita la descrizione: “un’area tematica dedicata alla biodiversità agraria e all’agricoltura biologica, un luogo espositivo nel quale si affronteranno le tematiche fondamentali del tema ‘Feeding the Planet, Energy forLive”. Si tratta di 8.500mq di padiglione che punta a “valorizzare le eccellenze italiane ambientali, agricole e agroalimentari attraverso un percorso che racconta l’evoluzione e la salvaguardia della biodiversità agraria, anche grazie a un palinsesto di eventi, incontri, e esperienze multimediali”.
BiodiversityPark ospiterà al suo interno il padiglione del biologico e del naturale, e con questa intesa BolognaFiere diventa così OfficialPartner di Expo.
Il padiglione, realizzato grazie alla collaborazione del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentarie Forestalidel Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e di FederBio (nota lobby del bio), è pensato come tappa necessaria per il rilancio di una riflessione attorno alle eccellenze alimentari italiane, in quanto nuovo e possibile volano per l’economia nazionale.
Così BolognaFiere, che ospita da anni Sana (una delle più importanti fiere del biologico e del naturale), si guadagna un posto in primafila ad Expo 2015. Che siano le prove generali della tanto acclamata staffetta Expo 2015 – F.I.Co. EatalyWord di Bologna? La risposta è “naturalmente” sì. F.I.Co., infatti, rappresenterebbe una sorta di parco tematico dedicato ad apporfondire quello che viene affrontato in modo più rapido all’interno di Biodiversity Park. In questo senso, se il biodiversity park è pensato come luogo stimolo su alcuni temi, F.I.Co., rappresenta la sede in cui trovare alcune risposte.
Il parco della biodiversità, termine tanto rilevante quanto vago, sarà suddiviso in due differenti aree: una esterna ed una interna. La prima, GrandTour d’Italia, sarà una sorta di mini Italia in cui i visitatori potranno gioiosamente camminare tra un pezzo di pianura padana e gli appennini per poi raggiungere la zona di costiera italiana. Con questo tour il visitatore potrà “scoprire” le bellezze e le tipicità del territorio italiano, le tecniche ancestrali di coltivazione e alla fine del percorso immergersi in una mostra in cui “i contenuti diventano una rappresentazione scenografica, dove le tecnologie più innovative e i nuovi (e social) media si affiancano alla grande tradizione dell’exhibition design italiano.”
Nella parte interna invece troviamo “il teatro del centro della terra” in cui il visitatore, assetato di sapere dopo essere stato solleticato al museo, potrà partecipare a conferenze, talk show, dimostrazioni, lectio magistralis con grandi ospiti: dai docenti ai produttori.
Come nei migliori musei, la conclusione non può che essere interamente dedicata all’acquisto. Infatti, il percorso termina esattamente con il padiglione del biologico e del naturale, dove il visitatore diventa consumatore, acquistando a caro prezzo, prodotti bio a marchio NaturaSì e rimpinzarsi con manicaretti targati AlceNero.
Rimane difficile formulare delle critiche a queste iniziative, che non vengano immediatamente lette come una contrarietà al mantra “green”, ciò nonostante le questioni a nostro avviso problematiche non sono irrilevanti.
Se già con Fico denunciavamo questo processo di museizzazione della produzione alimentare e del suo consumo, il biodiversity park rende di fatto la produzione biologica uno spettacolo a tutti gli effetti, con una sua introduzione, in cui “conosci” e una sua conclusione, in cui “acquisti ciò che ora conosci”. La conoscenza che producono, però, al pari dei prodotti che vengono venduti, non riguardano la produzione biologica italiana in senso ampio ed endemico, ne tantomeno quella dell’idea “we feed the world”, ma solo quell’insieme di produttori e prodotti certificati a caro prezzo per cari ricchi signori borghesi.
Per noi la biodiversità è qualcos’altro da quello che stanno vendendo questi signori.
La biodiversità, sostantivo femminile, ha questi due significati nell’uso comune: il primo “differenziazione biologica tra gli individui di una stessa specie, in relazioni alle condizioni ambientali” e il secondo ” la coesistenza in uno stesso ecosistema di diverse specie animali e vegetali che crea un equilibrio grazie alle loro reciproche relazioni”. Continua a leggere