A Bari, nella zona di Borgo Belora, dietro ad un complesso di palazzi residenziali di prestigio c’è un terreno agricolo, uno spazio che una volta apparteneva ad una masseria, un terreno che è rimasto incolto ma ancora ricco di bellissimi ulivi, alberi di pepe rosa, rucoletta selvatica e tanta terra, rossa, quella tipica delle campagne pugliesi.
L’associazione Effetto Terra nasce un paio di anni fa proprio con l’intento di prendersi cura di questa parte di campagna urbana, per poter farla ri-vivere e, come loro stessi sostengono, “con il sogno di renderla accessibile ai cittadini come spazio di agricivismo, dove stare insieme semplicemente, scoprire il piacere del contatto con la natura restituendo dignità a questo terreno scampato al cemento”.
Il terreno in questione è di proprietà comunale e, come spesso succede, l’attenzione istituzionale su questo lembo di terra si concretizza nel momento in cui soggetti altri, denunciando lo stato di abbandono, richiedono di potersene prendere cura.
All’improvviso questo spazio residuale di città diventa una possibile fonte di rendita economica. Ad Effetto Terra, infatti, l’amministrazione barese ha chiesto all’incirca 130.000 euro annui per l’affitto di quel “prezioso” terreno.
Stiamo parlando di un pezzo di terra che il Comune di Bari ha abbandonato a sè stesso, circondandolo di cemento, ma in realtà ancora capace di vivere, perchè questa è la potenza della terra!
Per questo motivo eravamo presenti a Bari il 12 e il 13 ottobre in occasione della due giorni in difesa della campagna di Borgo Belora.
Sono state due giornate intense e molto importanti che sicuramente hanno aiutato a rafforzare la lotta al diritto alla terra e alla legittimazione della ri-appropriazione di spazi.
Per circa una settimana il terreno è stato ripulito e preparato per poter accogliere al meglio un orto sinergico, un semenzaio, un compost toilet, un orto didattico e una serie di attività che hanno aiutato ad animare quel pezzo di terra, che c’è ed ora ri-vive.
Molte persone, durante la due giorni, sono scese dai loro appartamenti; alcuni incuriositi, altri straniti e magari dubbiosi e per la prima volta, forse, hanno calpestato quella zona che vedevano da anni dalle loro finestre. Un’area che è di tutti e di tutte ma che, fino a quel momento, non aveva avuto, ai loro occhi, nessuna attrattiva.
Bene, ora quella campagna urbana esiste, è viva ed attiva grazie alla determinazione di un gruppo di persone che non si è fatto scoraggiare dalle ostilità buracratiche incontrate lungo il percorso.
La terra è di ognuno di noi, non va messa in s-vendita!
La campagna di Borgo Belora esiste, bisogna solo prendersene cura!